I danni provocati dall’uso eccessivo di zuccheri aggiunti hanno portato ad una ricerca spasmodica di sostituti: inizialmente sono arrivati in commercio i dolcificanti artificiali, prodotti cioè in laboratorio attraverso sintesi chimica, senza calorie e consigliati a specifiche categorie di persone

30/04/2021

I DOLCIFICANTI NATURALI GIOVANO DAVVERO ALLA SALUTE?

I danni provocati dall’uso eccessivo di zuccheri aggiunti (approfondisci) hanno portato ad una ricerca spasmodica di sostituti: inizialmente sono arrivati in commercio i dolcificanti artificiali, prodotti cioè in laboratorio attraverso sintesi chimica, senza calorie e consigliati a specifiche categorie di persone come i diabetici o a chi vuole perdere peso, successivamente si è enfatizzato l’uso di dolcificanti naturali.

I dolcificanti artificiali non hanno, tuttavia, trovato una grande diffusione e un gran favore del pubblico per la loro non eccelsa palatabilità e diciamo per fortuna, considerati gli effetti collaterali che inducono sull’organismo.

La ricerca di alimenti salutari negli ultimi anni ha fatto esplodere il mercato dei dolcificanti naturali, se ne citano i più diffusi:

  • sciroppo d’acero,
  • sciroppo d’agave,
  • succo d’uva o di mela,
  • succo concentrato di mela,
  • miele,
  • zucchero di fiori di cocco,
  • stevia,
  • eritritolo,
  • xilitolo di betulla.

Alcuni hanno potere dolcificante più basso dello zucchero di canna come lo sciroppo d’acero, l’eritritolo o anche più alto come per esempio la stevia, alcuni non hanno impatto sull’indice glicemico come l’eritritolo, la polvere di foglie di stevia, o hanno un minimo impatto come lo xilitolo di betulla e lo sciroppo d’agave.

Ma, al di là delle caratteristiche specifiche di ciascun dolcificante, in questa sede vorrei riflettere sull’effettiva salubrità di questi dolcificanti che, pur appellandosi naturali, di fatto, hanno ben poco di naturale.

E’ necessario infatti essere consapevoli che l’aggettivo “naturale” si riferisce all’origine della materia prima che è estratta da parti di piante ma che i processi di lavorazione industriale, per rendere il prodotto commercializzabile, incidono moltissimo sulla qualità nutrizionale del prodotto tanto che la materia prima lavorata alla fine arriva:

  • a non avere nessun principio nutritivo presente invece nell’estratto vegetale di partenza,
  • a contenere alte concentrazioni di fruttosio che non è salutare per l’organismo: è il caso del succo d’acero, di agave, del succo concentrato di mela.

E’ interessante precisare che il succo concentrato di mela è diverso dal succo di mela o d’uva: la differenza sostanziale sta nel processo di lavorazione industriale.

Nel succo concentrato la bollitura porta ad eliminare l’acqua, le fibre e tutti i sali minerali e ad ottenere un succo appunto concentrato (che viene poi diluito con acqua) ma privo di tutti i principi attivi di partenza e ricchissimo di fruttosio.

Il succo di mela o di uva invece si ottiene dalla semplice spremitura a freddo del frutto che mantiene l’acqua, le fibre, i sali minerali si presenta infatti torbido rispetto alla limpidezza del concentrato, è un ingrediente che dolcifica ma non si può considerare un dolcificante vero e proprio.

Per quanto riguarda i prodotti commercialmente chiamati stevia, sono prodotti chimici che contengono i principi attivi della pianta (stevioside e rebaudioside), hanno un retrogusto non proprio gradevolissimo, un potere dolcificante superiore di molto allo zucchero e con zero calorie. E’ opportuno scegliere la polvere pura (al 98%) e biologica oppure usare le foglioline essicate a livello domestico e poi sminuzzate manualmente in polvere.

Un discorso a parte merita il miele che è un vero e proprio alimento e un “super food” in quanto è uno scrigno di principi nutritivi quali sali minerali, vitamine ed enzimi, ha azione antibiotica e antibatterica, antinfiammatoria, antiossidante, energizzante e ricostituente, emolliente e cicatrizzante.

E’ da utilizzare, più che come dolcificante, come un vero e proprio alimento dalle proprietà nutraceutiche meravigliose e quindi con specifiche finalità salutistiche, sempre con moderazione per il suo indice glicemico che è molto simile a quello dello zucchero e mai in cottura perché l’alta temperatura fa perdere i preziosi principi nutritivi di cui è composto.

La scelta dovrà ricadere tassativamente in miele:

  • di origine italiana (non di origine extra UE) che, per normativa, non ammette l’uso di pesticidi ed antibiotici,
  • biologico grezzo che non abbia cioè subito processi di lavorazione termica.

Ma allora quale dolcificante naturale scegliere? Esiste un dolcificante ideale?

Il problema vero è la scorretta abitudine a voler dolcificare i cibi ad ogni costo: l’uomo non è fatto per consumare cibi dolcificati ma solo cibi naturalmente dolci, che è molto diverso.

Si pensi ai nostri progenitori: il massimo dei cibi dolci che assumevano erano bacche selvatiche e piccoli frutti di stagione, il loro organismo non ne necessitava … e neppure il nostro (approfondisci).

Recenti studi scientifici dimostrano che tutti i dolcificanti naturali, anche se a calorie nulle, sono ingrassanti perché la biochimica glicemica viene attivata comunque dal cervello attraverso le emozioni di appagamento e piacevolezza che il dolcificante attiva per vie indirette attraverso i neurotrasmettitori.

Pertanto, se proprio vogliamo dolcificare, usiamo la frutta fresca e disidratata: è il miglior dolcificante naturale che ci sia.

Iniziamo a piccoli passi, togliendo per esempio lo zucchero dal caffè che, se amaro, ci permette di gustarne il vero aroma, dalle tisane, dalle bevande, cominciamo a cucinare dolci inserendo la frutta disidratata come per esempio l’uvetta o i datteri: in rete ci sono moltissime ricette utili per iniziare.

L’importante è la gradualità, portando pazienza senza scoraggiarci se arrivano i “raptus” di voglie zuccherine, non dimentichiamo che gli effetti dello zucchero nel cervello sono di vera e propria dipendenza, quindi si tratta di iniziare un vero e proprio processo di disintossicazione.

Un po’ di fatica iniziale è un investimento per la salute ma anche per il gusto che inizierà a riconoscere armonie di sapori prima non riconoscibili ed inimmaginabili.

Nella prossima pillola di naturopatia continueremo su questo argomento cercando di capire perché il fruttosio in alte concentrazioni è pericoloso per l’organismo.

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