Il fruttosio è uno zucchero semplice, naturalmente presente nella frutta e nel miele, ma anche in molte verdure. Ha un potere dolcificante superiore allo zucchero della barbabietola che generalmente utilizziamo (saccarosio) ed un indice glicemico più basso dello zucchero in quanto alza meno

14/05/2021

IL FRUTTOSIO FA COSI’ BENE?

Il fruttosio è uno zucchero semplice, naturalmente presente nella frutta e nel miele, ma anche in molte verdure. Ha un potere dolcificante superiore allo zucchero della barbabietola che generalmente utilizziamo (saccarosio) ed un indice glicemico più basso dello zucchero (alza meno la glicemia nel sangue).

Il suo basso indice glicemico è stato il motivo che lo ha portato, negli anni ’90, ad essere considerarlo uno zucchero “interessante” in quanto incapace di produrre grassi: c’è stata infatti la “moda” di sostituire lo zucchero con il fruttosio in polvere.

Cosa invece, molto pericolosa.

Per la sua struttura chimica “lineare”, il fruttosio è uno zucchero fortemente instabile che, se lasciato scorrere liberamente nel flusso sanguigno, si aggancerebbe alle proteine presenti in circolo alterandone la struttura (processo di glicazione proteica, approfondisci) e produrrebbe molti radicali liberi, molecole instabili e pericolose per il nostro organismo.

E’ per questo che la Natura, perfetta, ha impedito al fruttosio di entrare nel flusso sanguigno come invece fa il glucosio, dedicandogli una “via metabolica” specifica, altrimenti produrrebbe molti danni per la nostra salute.

Infatti mentre lo zucchero, una volta digerito dall’intestino, viene assorbito dai villi intestinali e rilasciato nel circolo sanguigno per essere portato alle cellule di tutto l’organismo che lo trasformano in energia, il fruttosio una volta digerito dall’intestino viene portato al fegato attraverso la vena porta e qui viene trasformato in glucosio e poi immagazzinato nel fegato sotto forma di glicogeno. Ma se le riserve di glicogeno sono già complete, il fruttosio viene trasformato in trigliceridi che in parte vengono immagazzinati nel fegato (ponendo le condizioni per la steatosi epatica) e in parte vengono rilasciati nel sangue con il conseguente aumento della dislipidemia e del rischio cardiovascolare.

Inoltre, dopo aver mangiato fruttosio non ci sentiamo sazi: avremo di certo sperimentato che, in caso di “buco nello stomaco pomeridiano”, ricorrere al frutto come merenda non risolve tanto il problema, anzi lo complica. Infatti, dopo poche decine di minuti la fame addirittura aumenta.

Questo non è tanto determinato dal picco glicemico che, nel caso del fruttosio è molto basso, quanto invece dal fatto che il fruttosio non attiva lo stimolo della sazietà da parte dell’ipotalamo per il tramite dell’ormone leptina che non viene appunto attivata dal fruttosio, come invece fa il glucosio.

In sintesi:

  • il glucosio ci fa sentire sazi (almeno per un po di tempo) perchè attiva la leptina che manda all’ipotalamo il segnale di sazietà,
  • il fruttosio non attiva la leptina che pertanto non manda il segnale di sazietà all’ipotalamo.

L’ipotalamo quindi ritiene che abbiamo ancora fame perché non si dispone di cibo sufficiente, come fossimo in situazione di carestia, quindi per garantire la sopravvivenza, reagisce abbassando il metabolismo e mettendo a riserva l’energia prodotta, attraverso la neo-formazione di grassi.

Il risultato è che la frutta di certo fa bene per la ricchezza di vitamine, di sali minerali, per la preziosa acqua vegetale in quanto “ricca di coerenza” (sull’affascinante tema della coerenza dell’acqua, dedicherò un approfondimento specifico), ma è da assumere sempre con moderazione.

Per far tesoro dei preziosi nutrienti ma ridurre i rischi descritti, assumere la frutta:

  • preferibilmente prima della colazione o a metà mattinata, quando l’organismo cioè necessita di energia psicofisica e comunque in misura modica,
  • lontano dai pasti in quanto interferisce con la digestione provocando fermentazione gastro-intestinale,
  • quando si svolge attività fisica ad un livello almeno moderato, in quanto permette un veloce ripristino del glicogeno muscolare consumato con il movimento e lo sforzo. La frutta fresca, infatti, è un ottimo alimento di reintegro per gli sportivi.

Ovviamente la frutta dovrà essere rigorosamente fresca e di stagione, è ammessa anche la frutta disidratata (senza zuccheri aggiunti), in modiche quantità e in caso di sforzo psicofisico in quanto ricca fonte di energia veloce e immediata, è bandita la frutta in scatola o la macedonia che non si può definire frutta quanto invece un concentrato di glucosio e conservanti.

Ciò che, invece, è molto pericoloso è l’assunzione di fruttosio in polvere come dolcificante al posto dello zucchero in quanto crea grassi, per i particolari meccanismi biochimici sopra descritti.

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