La Natura, nella sua perfezione, ha reso l’uomo l’essere più evoluto del pianeta. Tuttavia oggi, nella sua perfezione evolutiva, l’uomo è l’animale più malato del pianeta: tutte le malattie che lo affliggono sono moderne e recenti acquisite con il cambiamento dello stile di vita e dello stile nutrizionale
26/03/2021
IL KILLER DA COMBATTERE E’ LO ZUCCHERO
La Natura, nella sua perfezione, ha reso l’uomo l’essere più evoluto del pianeta. Tuttavia oggi, nella sua perfezione evolutiva, l’uomo è l’animale più malato del pianeta: tutte le malattie che lo affliggono sono moderne e recenti, acquisite con il cambiamento dello stile di vita e dello stile nutrizionale, aggravate dalla carenza di nutrienti essenziali e preziosi.
Certamente se avessimo seguito il monito di Ippocrate di 2400 anni fa ossia “Fa che il cibo sia la tua medicina e che la tua medicina sia il cibo”, probabilmente non saremmo ridotti come siamo oggi.
Se andiamo a “leggere” come si è evoluto il nostro stile nutrizionale dai nostri progenitori ad oggi da 3 milioni di anni a questa parte, vediamo che essi erano cacciatori e raccoglitori di frutta, bacche, radici, si muovevano costantemente alla ricerca di cibo, si alzavano all’alba e andavano a dormire presto seguendo i ritmi circadiani, vivevano senza tensione tranne il momento della caccia o dell’attacco di qualche animale. Morivano per eventi violenti o infettivi, dagli studi che i paleontologi hanno svolto sui resti umani rinvenuti, per quanto si è riuscito a capire, non sono state riscontrate malattie degenerative come tumori, infarti, diabete.
Le cose cambiano circa 20.000 anni fa con l’avvento dell’agricoltura: da questo momento l’alimentazione dei progenitori, bilanciata tra grassi, proteine e carboidrati derivanti da frutta e verdura, è stata via via stravolta con un uso sempre più massiccio di cereali e verdure amidacee quali i legumi.
Un ulteriore significativo cambiamento dello stile nutrizionale avviene con la rivoluzione industriale nel 1760 in cui si assiste ad un imponente popolamento delle città a scapito delle aree rurali che erano dedite all’agricoltura, l’alimentazione si impoverisce di nutrienti dando sempre più spazio ai cereali più comodi e veloci da consumare e molto più economici. Si sviluppa l’industria alimentare con i cibi processati, in agricoltura inizia l’uso massiccio di prodotti chimici per migliorare la produttività dei campi, mentre l’industria dello zucchero comincia a svilupparsi in quanto costituiva il principale dolcificante utilizzato nell’alimentazione umana e una componente fondamentale degli scambi commerciali internazionali.
Diciamo che da questo momento storico in poi e fino ad oggi la nostra alimentazione vede la prevalenza quotidiana di cereali via via sempre più raffinati (e quindi privi di sostanze nutritive) unita a dosi sempre più elevate di zuccheri aggiunti e molto spesso “nascosti” negli alimenti.
Ma nel nostro corpo zuccheri e carboidrati seguono la stessa via metabolica.
Infatti la trasformazione che il nostro corpo fa dello zucchero vero e proprio e dei cereali raffinati (farina, pane, pasta, pizza) è la medesima in quanto il nostro corpo “legge” il carboidrato come uno zucchero, anche se complesso.
Pertanto, eccedere nell’uso dello zucchero ed eccedere nell’uso del carboidrato in particolare non integrale (che apporterebbe invece principi nutritivi aggiuntivi quali vitamine, sali minerali, fibre) ha un impatto molto simile sul nostro organismo per l’innalzamento del livello della glicemia nel sangue e della correlata resistenza insulinica, con tutte le conseguenze ed i danni connessi, nel tempo.
Non è una casualità, purtroppo, che negli ultimi 40 anni sono aumentati spaventosamente i tassi di sviluppo delle “malattie non trasmissibili” croniche – legate al metabolismo alterato determinato da alimentazione e stile di vita errati – quali l’obesità, il diabete, le malattie cardiovascolari come la dislipidemia, l’ipertensione, l’infarto, l’ictus, le malattie neurodegenerative come Parkinson e Alzehimer, il tumore, la depressione, con un aumento esponenziale prima mai visto anche dell’obesità infantile.
Inoltre, le attuali evidenze e studi scientifici mettono in luce che la Sindrome Metabolica, che è la condizione patologica che comprende obesità, diabete, ipertensione arteriosa e steatosi epatica (fegato grasso), è molto frequente fra i pazienti con COVID-19 in forma grave (fonte).
Sono tutti danni causati dall’eccessivo utilizzo di zucchero: il “killer silenzioso”.
Ma cosa c’è di sbagliato negli zuccheri? Non ci hanno sempre detto che abbiamo bisogno di zucchero, in particolare il cervello, perché è la principale fonte di energia?
Ebbene, da un punto di vista metabolico, lo zucchero non è un nutriente essenziale. Infatti, il nostro corpo può prodursi lo zucchero di cui necessita a partire dalle proteine e dai grassi secondo un meccanismo perfetto che madre Natura ha stabilito: la gluconeogenesi.
Prova ne è che, se eliminassimo totalmente lo zucchero ed il carboidrato dalla nostra alimentazione, il corpo sopravviverebbe comunque, e molto meglio, in quanto utilizzerebbe come “carburante” i chetoni, molecole energetiche prodotte dal fegato a partire dai grassi e si auto-produrrebbe la quantità di glucosio necessaria a partire dai grassi e dalle proteine.
Inoltre, anche la conformazione del corpo umano ci fa capire che lo zucchero non è un nutriente essenziale: il corpo è in grado infatti di mettere a riserva il grasso (la ciccia) anche in quantità significative utile “carburante energetico” per i momenti di bisogno e carestia, mentre le riserve di glucosio “possibili” sono limitate ai muscoli e al fegato (per un massimo di 70 grammi di glicogeno), inoltre il sangue può contenere una quantità limitata di glucosio tanto che l’eccesso viene trasformato in tessuto adiposo ad opera dell’ormone insulina.
Ciò probabilmente significa che il glucosio non è poi così essenziale quanto invece il grasso. L’uomo moderno, invece, ha fatto purtroppo diventare lo zucchero il suo nutriente principale.
La storia ci dice infatti che, anche a causa dell’influenza della lobby dello zucchero (Sugar Foundation), le errate Linee Guida alimentari internazionali a partire dagli anni ’60 hanno spostato l’attenzione dagli zuccheri ai grassi, additando il colesterolo ed i grassi come il “nemico numero uno” da combattere per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, diabete, dislipidemia, tumore ed altre malattie non trasmissibili.
La biochimica ci insegna invece che i grassi di deposito, come per esempio il grasso viscerale, non sono altro che una forma complessa di zuccheri trasformati in trigliceridi e avviati al ciclo del colesterolo. Inoltre, sono proprio gli zuccheri i colpevoli principali della “pandemia” di diabete, obesità anche infantile e sindrome metabolica oggi galoppante.
Da dove partire, quindi, per non incorrere nelle malattie non trasmissibili e per dirigerci verso la prevenzione ed il benessere?
La via maestra è semplice:
- eliminare l’assunzione di zuccheri aggiunti e carboidrati raffinati,
- svolgere una costante e moderata attività fisica giornaliera,
- non inserire zucchero nella dieta del bambino sotto i due anni di età in quanto le esposizioni nutrizionali durante i primi anni di vita modellano le preferenze di gusto e le scelte alimentari dell’adulto.
Conoscere la storia presente e passata e comprendere il funzionamento del nostro organismo crea consapevolezza, la consapevolezza è la base per intraprendere scelte di vita rinnovate, per la nostra salute.
Fonti
Bikman B., Fung J., “Why we get sick: the hidden epidemic at the root of most chronic disease-and how to fight it”, Benbella Books, 2020
Nel prossimo appuntamento capiremo come si comporta lo zucchero nel nostro corpo alterandone il delicato e complesso equilibrio che pone le basi per la malattia.
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