L’equilibrio della flora batterica intestinale è fondamentale per la nostra salute psico-fisica svolgendo essa funzioni essenziali per il nostro organismo, infatti molti sintomi di malessere, oltre che molte malattie, possono originare da situazioni di squilibrio intestinale. E’ pur vero che non è così comune avere

19/02/2021

PROBIOTICI E PREBIOTICI: SONO LA STESSA COSA?

L’equilibrio della flora batterica intestinale è fondamentale per la nostra salute psico-fisica svolgendo essa funzioni essenziali per il nostro organismo, infatti molti sintomi di malessere, oltre che molte malattie, possono originare da situazioni di squilibrio intestinale (approfondisci).

E’ pur vero che non è così comune avere un intestino in eubiosi: la maggior parte di noi, infatti, deve fare i conti con una flora batterica con poche specie batteriche e con la prevalenza di specie patogene rispetto a quelle “buone”.

La cosa fondamentale che dobbiamo fare per mantenere uno stato di eubiosi è preservare la biodiversità della nostra flora intestinale che dovrebbe contare almeno 1000 specie batteriche, quando invece mediamente ne possediamo 200: nel tempo il microbiota evolve in un continuo dinamismo ed in funzione del nostro stile di vita, esso può peggiorare perdendo il suo stato di omeostasi per arrivare alla disbiosi, ma può anche migliorare e ritornare sano riportando equilibrio a tutto il nostro organismo.

Ma allora come fare per sostenere la biodiversità delle specie?

Le azioni quotidiane la fanno da padrone:

  • porre attenzione ad un’alimentazione la meno processata e quindi allo stato più naturale, possibilmente BIO o almeno a chilometro zero,
  • prediligere le fonti alimentari di prebiotici, come più avanti vedremo,
  • tenere sotto controllo i livelli di stress dedicando ogni giorno uno spazio per l’attività fisica anche leggera,
  • nutrire pensieri di positività,
  • assumere periodicamente integratori probiotici e prebiotici adeguati al proprio stato di salute.

Recenti ricerche hanno dimostrato che le popolazioni di “altri mondi” come per esempio quelle amazzoniche, possiedono un microbiota ricchissimo di specie batteriche contandone più di 2000, grazie allo stile di vita e alla loro nutrizione molto vicina alla natura. Infatti, non soffrono di malattie non trasmissibili dovute al dismetabolismo, presenti invece nel nostro mondo occidentale, quali: obesità, dislipidemie, malattie cardiovascolari e neuro-degenerative.

Ma come scegliere gli integratori probiotici e prebiotici?

I prodotti in commercio sono moltissimi ed è facile essere disorientati: per questo è importante avere delle informazioni di base che ci aiutino ad essere consapevoli di quanto assumiamo, ad essere quindi i “capitani” della nostra “nave” orientandoci nelle scelte, con l’aiuto di un professionista.

PROBIOTICI significa “a favore della vita”, sono i microrganismi vivi e vitali che costituiscono la nostra flora intestinale che, se assunti come integrazione in quantità adeguata, sono benefici per il nostro organismo.

E’ utile ricordare due tra i requisiti che i probiotici devono possedere ossia la:

  • specie-specificità devono appartenere cioè alla specie umana, solo così riescono ad aderire alla mucosa intestinale in quanto sono riconosciuti dal nostro corpo,
  • devono essere presenti in quantità di almeno 1 miliardo per capsula per essere in grado di riprodursi in colonie una volta aderito alla mucosa intestinale.

Con riferimento alla caratteristica di essere specie-specifici, contrariamente a quanto si pensa, i fermenti che troviamo nello yogurth derivante dal latte animale (vacca, capra…) non sono probiotici veri e propri in quanto non essendo specifici della specie umana, non riescono ad aderire alla mucosa intestinale e a formare colonie di microrganismi. Lo yogurth è comunque benefico per il nostro intestino in quanto favorisce il corretto funzionamento della mucosa intestinale, a patto che sia naturale, meglio se fatto in casa e, cosa importantissima, senza zuccheri aggiunti (in quanto nutrirebbero la flora batterica patogena).

I probiotici si distinguono in due grandi gruppi: i batteri lattici e i bifidobatteri.

Ciascun gruppo è composto da una miriade di specie ciascuna residente in una specifica parte del tratto gastro-intestinale (mucosa della bocca, naso, stomaco, intestino, vagina), ciascuna svolge determinate funzioni, risultando utile per specifici sintomi.

I batteri lattici più noti ed utilizzati sono il: Lactobacillus Acidophilus, Ramnosus e Casei, Reuteri, Salivarius. I bifidobatteri più noti ed utilizzati sono il: Bifidobatterio Bifidum, Longum, Infantis, Lactis. Da citare inoltre il Saccharomyces Cerevisiae varietà Boulardi, molto utile per la sua potente azione antibatterica in casi di forti disbiosi.

Tra le numerose funzioni dei probiotici, ce n’è una che è la funzione chiave da cui partono “a cascata” tutti gli altri effetti benefici: essi producono acidi grassi a catena corta (SFCA) quali butirrato, acetato, lattato che sono sostanze importantissime per il nutrimento degli enterociti (cellule intestinali), per la produzione di muco a protezione della mucosa intestinale, per la detossinazione intestinale.

Tra i batteri lattici ed i bifidi esiste una collaborazione vicendevole nella produzione degli SFCA chiamata Cross Feeding come fossero in “catena di montaggio”. I batteri lattici, infatti, producono butirrato solo se i bifidobatteri producono lattato e acetato che rappresenta il nutrimento dei batteri lattici per produrre butirrato. Quindi se ho pochi bifidi, avrò poco lattato e acetato e quindi i lattobacilli produrranno poco butirrato creando i prerequisiti per uno squilibrio complessivo del sistema intestinale con effetti molto rischiosi sul sistema immunitario (tolleranza immunitaria).

Ecco spiegato il requisito della biodiversità del microbiota: le specie più importanti devono tutte essere presenti in quantità adeguata perché ciascuna ha un ruolo specifico che non può essere sostituito altrimenti le altre non possono svolgere il loro.

Il “meccanismo perfetto” sopra descritto, tuttavia, funziona solo se esiste una fonte di nutrimento quotidiana e costante per tutte le specie di microrganismi: il prebiotico.

Il PREBIOTICO sono fibre ossia il cibo che nutre il microbiota, sono anche definiti MAC (carboidrati accessibili al microbiota).

Esso è costituito dalle fibre idrosolubili (che sono carboidrati complessi) contenute nella frutta, nella verdura, nei legumi, nei cereali integrali, in alcuni tipi di funghi: si tratta di fibre che il nostro stomaco non è in grado di digerire perché non possediamo gli enzimi deputati alla scissione, le fibre quindi passano indenni lo stomaco per arrivare all’intestino dove i batteri hanno la capacità di fermentarli, metabolizzarli e di assimilarli nutrendosi e mantenendosi in salute.

E se il microbiota è sano, anche il nostro organismo si mantiene sano.

Anche le fibre insolubili (lignina, cellulosa, emicellulosa) sono molto importanti, non sono prebiotici ma svolgono la funzione importantissima di favorire il transito intestinale e la peristalsi con effetto lassativo, grazie alla loro capacità di assorbire molta acqua e di formare volume. In caso di disbiosi severe è buona norma non eccedere con questo tipo di fibre per non peggiorare lo stato di stipsi.

Sia la frutta che la verdura contengono percentuali diverse di entrambi i tipi di fibre: sia le solubili che le insolubili.

La fonte prevalente di fibre e di prebiotici deve essere l’alimentazione, tuttavia quando le fonti alimentari non sono sufficienti e quando lo stato di disbiosi è importante, è buona norma integrare con integratori di prebiotici di origine naturale che contengono: inulina, FOS (frutto oligo saccaridi), GOS (galatto oliogo saccaridi), pectina, mucillagini.

Tuttavia, non tutti i probiotici e prebiotici sono uguali e non tutti vanno bene per ciascuna persona: la scelta deve essere “mirata” e funzionale alla costituzione del soggetto, al problema riscontrato e al tipo di risultato che si vuole ottenere correggendo anche lo stile di vita ed alimentare e ricorrendo, almeno due volte all’anno (in primavera e in autunno), ad una corretta integrazione seguendo i consigli personalizzati di un professionista.

Nel prossimo appuntamento parleremo di Allergie e intolleranze alimentari.

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